IL PROGETTO

L’associazione ScalzaBanda opera nel centro di Napoli, in particolare nel quartiere Montesanto, sebbene negli ultimi anni sia stata fonte di attrazione e coinvolgimento anche di numerose ragazze e ragazzi provenienti da quartieri periferici della città e dei comuni limitrofi (e.g., Scampia, Miano, Secondigliano, Melito, Villaricca) che prendono parte regolarmente alle attività del progetto.
Il quartiere in cui opera la ScalzaBanda, con le sue stazioni (Cumana · Metropolitana · Funicolare) assume un’importanza non secondaria come punto di snodo dei diversi flussi che quotidianamente attraversano la città di Napoli. Se da un lato negli ultimi anni il carattere genuinamente “popolare” delle strade, caratterizzate anche dalla folta presenza di comunità d’immigrati, si è modificato per la presenza di sempre più ampi insediamenti di ceto medio, dall’altro (e specie con la pandemia e la conseguente crisi economica) le fasce di disagio sociale si sono andate ulteriormente estendendo. In particolare, la situazione del disagio infantile e giovanile si evidenzia nell’alto tasso di dispersione scolastica e nell’allarmante aumento della criminalità giovanile dell’ultimo periodo.
L’idea ispiratrice della ScalzaBanda è proprio che tale promiscuità fra abitanti appartenenti a ceti diversi, contesti sociali ed economici differenti ed etnie diverse che insistono sullo stesso territorio, così come l’incontro tra centro e periferie, possa rivelarsi fonte di profonde contaminazioni culturali che abbiano l’effetto di arricchire l’esperienza e il bagaglio di conoscenze di ragazze e ragazzi, esponendoli a una peculiare miscela sociale capace di esprimersi attraverso diversi linguaggi creativi, tra cui appunto la musica.

LE RAGAZZE E I RAGAZZI, LE BAMBINE E I BAMBINI

I destinatari del progetto ScalzaBanda sono ragazze e ragazzi della città provenienti da contesti socio-economici eterogenei.
Il territorio della città di Napoli su cui il progetto insiste è infatti altamente eterogeneo, disaggregato e caratterizzato da una complessa mescolanza di contesti particolarmente degradati che versano in situazioni di povertà e disagio, e contesti meno a rischio, che convivono nello stesso territorio. L’obiettivo principale del progetto ScalzaBanda è proprio quello di realizzare un percorso d’inclusione sociale attraverso la pratica musicale collettiva. Fare musica insieme favorisce, infatti, alti momenti d’integrazione e socializzazione, educando al rispetto, alla capacità di dare correttamente il proprio apporto in un gruppo senza prevaricare, alla capacità di ascoltare gli altri, oltre che se stessi. Inoltre la pratica bandistica, grazie alla sua dimensione pubblica, fornisce un efficace contributo al senso di appartenenza sociale, favorendo, attraverso la condivisione di un’esperienza musicale fortemente aggregante, un percorso di definizione di valori sociali condivisi e partecipati nell’ambito del proprio territorio. Consentire a bambine/i e ragazze/i in età scolare di far parte di una banda musicale, di suonare con gli altri e di esibirsi in pubblico, può inoltre contribuire ad accrescerne l’autostima e a risolvere, o quantomeno alleviare, le condizioni di disagio evolutivo e ambientale, intervenendo così sui principali fattori correlati ai fenomeni di dispersione scolastica.
Un ulteriore fondamentale fabbisogno della comunità di riferimento che la ScalzaBanda intende intercettare è quello relativo alla necessità di autodeterminazione, autogestione ed autorganizzazione da parte del gruppo di adolescenti.
L’età della utenza della ScalzaBanda, infatti, nell’arco della sua decennale esperienza è inevitabilmente cresciuta, ampliandosi fino ad includere, oltre alla fascia infantile, anche quella adolescenziale e giovanile. Negli anni abbiamo sperimentato che il coinvolgimento e la motivazione che spingono i ragazzi e le ragazze ad uscire di casa e a frequentare un’attività sociale sono fortemente connessi ai legami di amicizia e complicità che nascono e si rafforzano intorno al fare insieme. Dare agli adolescenti la possibilità di riconoscersi nell’incontrarsi, nel fare, nel suonare, significa fargli scoprire, attraverso la verità delle relazioni, che c’è una dimensione altra nella quale possono essere loro stessi i protagonisti. Inoltre, dopo due anni di pandemia, che ha inciso nelle vite di ragazzi e ragazze in un momento di crescita molto delicato, il bisogno di autoaffermazione, autonomia, autorganizzazione è apparso ancora più forte e impellente che mai.
Di fronte a tale bisogno, la scelta della ScalzaBanda, negli ultimi due anni, è stata quella di prestare molto ascolto a tali esigenze, facilitando un percorso autogestito da parte delle ragazze e dei ragazzi più grandi attraverso una serie di strategie:

  1. Costituzione di un percorso musicale autogestito (la ScalzaStreet) in cui i ragazzi e le ragazze suonano senza direzione d’orchestra, scegliendo in autonomia il repertorio, autogestendo le prove, individuando autonomamente luoghi e tempi delle esibizioni.
  2. Affidamento di uno spazio da autogestire all’interno della sede dell’associazione, presso il Complesso Monumentale di San Giuseppe delle Scalze a Montesanto, con accesso libero ed autonomo da parte del gruppo.
  3. Utilizzo autonomo della sala prove all’interno della sede dell’associazione.
  4. Organizzazione autonoma di eventi ed appuntamenti fissi come cineforum, tornei di giochi da tavola, etc. da parte del gruppo di ragazze/i all’interno della sede.
  5. Partecipazione di una rappresentanza dei ragazzi e delle ragazze al Coordinamento “Le Scalze” che coinvolge tutte le associazioni che hanno sede nel complesso, definendone le attività e le iniziative da svolgersi.
  6. Coinvolgimento del gruppo nella organizzazione di workshop, scambi e seminari attraverso metodi di co-progettazione.

Attraverso questa sua plasmatica e continua opera di adattamento ai fabbisogni dei partecipanti, la ScalzaBanda è divenuta a livello cittadino motore di attrazione anche nei confronti di ragazze e ragazzi di altri quartieri, allargando così la sua estensione territoriale ben oltre il centro cittadino. Le pratiche di inclusione da locali sono divenute in questo modo ponti verso altre realtà, verso altre diversità ed in particolare verso le periferie della città.

LE ATTIVITÀ

La ScalzaBanda è suddivisa in 7 classi di strumento (clarinetto, corno francese, flauto traverso, percussioni, sax, tromba e trombone/tuba) e una classe di propedeutica musicale. Ai ragazzi che non dispongono di uno strumento proprio ne viene affidato uno in comodato d’uso gratuito. Le lezioni di strumento e tutte le attività che fanno parte del percorso formativo dei ragazzi, sono a carattere gratuito.
Oltre alle lezioni di strumento sono attivi tre percorsi di musica di insieme:

  1. Banda junior per i bambini da 8 a 12 anni, con direzione orchestrale;
  2. Big Band per i ragazzi dai 13 ai 20 anni, con direzione orchestrale;
  3. ScalzaStreet per i ragazzi dai 13 ai 20 anni, percorso musicale autogestito dagli adolescenti partecipanti al progetto, sotto la supervisione di tutor.

Particolare valore viene dato alle esperienze di gemellaggio e di confronto con altre formazioni musicali giovanili, nazionali e internazionali. Nel 2022 ha partecipato a Cuba alle giornate del “Repentismo”, musica, tradizioni e melodie “Mérido Francisco Echevarría”, gemellandosi con la Casa de La Decima de Mayabeque ed esibendosi in una serie di località delle provincie di Mayabeque e L’Avana. Nel 2021 ha realizzato un viaggio in Portogallo per l’Encontro Internacional de Bandas, con la Sociedade Filarmónica União 1º Dezembro de 1902. Inoltre, ha ospitato nel 2013 e nel 2018 l’Orquesta Iuvenil Grillitos Sinfonicos proveniente dal Sudamerica e nel 2019 ha ricambiato la visita partecipando al Festival de las Dos Orillas a Misiones, in Argentina. Ha inoltre strutturato una rete con orchestre e bande diffuse sul territorio nazionale che hanno come comune denominatore l’uso della musica come strumento di crescita personale dei ragazzi e di educazione al vivere civile.
Nel corso della sua attività la ScalzaBanda ha stabilito una collaborazione con lo scrittore Stefano Benni, con Vinicio Capossela, con una serie di brass-band francesi (Les Vilains Chicots, Les Météors, Les Lapins Superstars, Kikafessa, Les Nymphoniks) e di artisti napoletani (Daniele Sepe, Gnut, i Foja, gli Ars Nova, Simona Boo).